Ruth Deutschmann

Benjamin Epp

Innsbruck

2008-08-21

1930

Sì .. io vivo. Devo ancora raccontare di un gioco, con Ilse. Avevamo un cestino della iancheria, e da bebé ci stavo seduta dentro. Ed avevo sempre fame, ed avevamo anche una specie di negozio. Il babbo mi aveva persino fatto fare un negozio, ci stava scritto sopra: „Fai volentieri la spesa da me, Inge.“ Il babbo l’aveva fatto fare. C’erano dei cassetti, che contenevano un quarto di chilo. E Ilse mi trainava lì intorno. Ma prima c’era qualcos’altro - dovevo sempre giocare a „Arme Frau“ “Poveretta” n.d.t.).. Tra le due porte - da Ilse e da me -, all’epoca ci mettevamo questi cuscini, per evitare le correnti d’aria d’inverno. .. Lì dentro dovevo stare sempre rannicchiata e dovevo mendicare. E Ilse arrivava e mi dava poi qualcosa. Un bel giorno dissi: „Non voglio più .. giocare a „Arme Frau“. Non voglio più.“ E poi probabilmente smise, perché non volevo più giocare a „Arme Frau“. Sì, Ilse in genere, giocavamo a diversi giochi. Ilse non ha .. come i bambini con le bambole e così via, sapeva sempre qualcosa su „Verliebt-Verlobt-Verheiratet“ („Innamorati-fidanzati-sposati“), lì .. sapeva già molto. In genere, .. come spesso giocava, aveva una punta di un .. vestito o di qualcosa, di un fazzoletto, allora la teneva così e poi parlava così e sempre ci giocava. Spesso ridevo. Come delle bambole - lei non faceva come facevamo noi, i bambini. Ma era - per primo era molto più intelligente di me. Era molto intelligente, Ilse, imparava con grande facilità. E con i suoi genitori andava abbastanza bene d’accordo - andava abbastanza bene d’accordo. Solo che fu molto viziata. Aveva una governante personale, e la madre aveva una cuoca, e d’inverno aveva persino una che faceva i biscotti, e così via. .. ho anche una foto scattata sul balcone della cucina. Allora, pensavo sempre che Ilse sarebbe diventata qualcosa di speciale. Proprio a lei è andata male.